L'adattamento al cambiamento climatico

Gli effetti del cambiamento climatico possono interagire in modo negativo con tutte le dimensioni di cui la sicurezza alimentare si compone, compromettendo il soddisfacimento del diritto al cibo per i più vulnerabili e imponendo modifiche nei sistemi di produzione agricola, nell’accesso ai mercati dei beni nonchè rendendo più volatili i prezzi dei beni agricoli. In un’ottica di sicurezza alimentare e di fronte ai dati scientifici che dimostrano la tendenza generale a un anomalo innalzamento delle temperature e la maggiore frequenza di eventi atmosferici estremi, è pertanto necessario assumere misure di adattamento che siano in grado di prevenire gli effetti del cambiamento climatico riducendone le conseguenze e aumentando la capacità di individui e comunità di reagire ad essi (resilienza).

La sicurezza alimentare rappresenta un concetto complesso e multidimensionale che si fonda su molteplici elementi, in particolare su quattro dimensioni fondamentali: la disponibilità di cibo, la sua accessibilità, il suo utilizzo e la stabilità dei sistemi alimentari. È facile intuire come gli effetti del cambiamento climatico possano interagire in maniera diretta su tutte e quattro le dimensioni sopra elencate. Basti pensare alle conseguenze che l’innalzamento generalzzato delle temperature, o il ricorrere di fenomeni atmosferici estremi quali siccità, tifoni, inondazioni, possono avere sulla capacità di produrre e accedere al cibo. Per comprendere appieno l’impatto del cambiamento climatico sulla sicurezza alimentare è necessario evidenziare che questo non si limita solo sulla capacità di produrre cibo, ma abbraccia altresì tutte le fasi della catena alimentare (possibilità di stoccaggio degli alimenti, trasporto, mantenimento), forzando il cambiamento nei canali di produzione e distribuzione alimentare, così come nei flussi di mercato. Anche i prezzi dei beni agricoli rifletteranno tali cambiamenti e soprattutto la rilevante incertezza circa gli effetti a breve periodo del cambiamento climatico, traducendosi in una crescente volatilità dei prezzi che rende più complesso – specialmente per i più poveri e vulnerabili – avere accesso sicuro al cibo. In ultima analisi, gli effetti si manifesteranno sulla salute umana stessa e influenzeranno anche la possibilità di intraprendere attività agricole di sussistenza per i più poveri, ovvero la loro capacità di convivere e reagire agli effetti del cambiamento climatico, con conseguenze dirompenti in termini di soddisfacimento di diritto al cibo e sicurezza alimentare.

L’aumento delle temperature medie globali non è un fenomeno nuovo, esse sono in costante aumento dal 1850, principalmente a causa dell’accumulo di gas serra nell'atmosfera. Tale accumulo è andato esponenzialmente ad aumentare in particolar modo a causa dell’utilizzo di combustibili di natura fossile (carbone, petrolio e gas) per soddisfare la crescente domanda di energia su scala globale e la diffusione di sistemi agricoli e di allevamento intensivi, finalizzati principalmente a soddisfare una crescente domanda di cibo. Per ottenere terre utilizzati per tali sistemi produttivi si è ricorsi molto spesso a deforestare considerevoli aree del pianeta, compromettendo la capacità degli ecosistemi di rigenerare la composizione dei gas nell’atmosfera. In altre parole, è oggi comprovato da dati che l’anomalo innalzamento delle temperature su scala globale è primariamente indotto dall’azione umana.

figura 1 - Proiezioni temperature e precipitazione su scala globale

L’impatto dei cambiamenti climatici si amplifica in modo esponenziale dati altri fattori di sfida quali la crescente scarsità d’acqua (resa più grave dagli effetti stessi del cambiamento climatico, in un circolo vizioso che si autorinforza) e l’aumento della popolazione mondiale, rendendo la produzione, la manipolazione e il trasporto del cibo (ovvero l’intera offerta) altamente vulnerabile.

Nel campo dei cambiamenti climatici, c'è ancora molta incertezza sulle probabilità che determinati cambiamenti si verificano in luoghi specifici. Tale incertezza può essere mitigata solo attraverso la raccolta di dati scientifici utili a elaborare proiezioni sempre più dettagliate e certe dei possibili scenari futuri.

Certamente, oltre alla necessità di una migliore comprensione e capacità di previsione degli effetti del cambiamento climatico, ciò che è certo è che già oggi sono in atto degli effetti con conseguenze visibili in molte aree del pianeta. Tale constatazione richiede urgentemente l'adozione di pratiche che siano coerenti con un approccio precauzionale e con principi di gestione adattativi che possano rafforzare la capacità di resilienza delle comunità umane e la sostenibilità dei sistemi di produzione agricola. Le misure di adattamento (adaptation), secondo l’approccio elaborato dalla Commissione Europea, indicano tutte quelle azioni volte ad anticipare gli effetti negativi dei cambiamenti climatici e a prendere gli opportuni provvedimenti per prevenire o ridurre al minimo i danni che possono provocare, o per avvantaggiarsi delle opportunità che possono sorgere.

Per promuovere la sicurezza alimentare attraverso l'adattamento ai cambiamenti climatici - ovvero proteggere le forniture alimentari locali, i beni e mezzi di sussistenza dagli effetti della crescente

variabilità del temperature e dall’aumento della frequenza e dell'intensità di eventi estremi – sono quindi necessarie misure di adattamento che dovranno rispondere in particolar modo alla gestione del rischio di tali effetti (includendo anche forme assicurative e di protezione sociale per i più vulnerabili) declinato sulle caratteristiche specifiche delle condizioni locali. Infatti, la natura dei rischi e dei gruppi sociali colpiti da possibili effetti del cambiamento climatico variano notevolmente da un ecosistema all'altro, quindi le risposte di adattamento devono essere modulate sulle condizioni e sulle esigenze locali.

Oltre alla gestione del rischio, il rafforzare la resilienza per tutte le persone vulnerabili implica l'adozione di pratiche che consentono loro di i) proteggere i sistemi di sussistenza esistenti; ii) diversificare le loro fonti di cibo e di reddito; iii) cambiare le loro strategie di sussistenza; iv) migrare se non c'è altra scelta.

In particolare il crescente verificarsi di eventi atmosferici estremi indotti dal cambiamento climatico – quali sicità ripetute, inondazioni, tifoni – implica la necessità di adottare schemi di tutela affinchè le persone possano migrare dalle aree particolarmente colpite da tali fenomeni. Di converso, è importante ricordare che i sistemi di produzione alimentare locale possono essere duramente colpiti anche a causa di tali flussi di migrazioni interne e transnazionali generati a causa di disastri naturali indotti dal cambiamento climatico. Infine, conflitti e diffuse instabilità sociali concernenti l’accesso a risorse possono essere fortemente amplificati dagli effetti del cambiamento climatico, esacerbando situazioni pre-esistenti con immediati risvolti nella capacità di produzione agricola.

figura 2 - Disastri naturali indotti dal cambiamento climatico

Tra le misure di adattamento particolarmente efficaci nel rafforzare la resilienza del settore agricolo e dei sistemi di sussistenza per i più vulnerabili possiamo elencare alcune strategie specifiche quali:

- la ricerca e la diffusione di varietà vegetali e razze animali adattate alle mutate condizioni climatiche;

- l’uso efficace delle risorse genetiche;

- la promozione anche su piccola scala di sistemi agricoli di tipo agroforestale, ovvero che integrino attività agricole e forestali per il miglioramento della qualità dei suoli, la riduzione del degrado ambientale e l’uso sostenibile dei nutrienti;

- lo sviluppo e diffusione di buone pratiche di gestione, in particolar modo tra i piccoli coltivatori;

- il miglioramento delle infrastrutture per la raccolta di acqua su piccola scala, la sua conservazione e uso sostenibile.

Con il rischio atteso che i cambiamenti climatici possano devastare in modo crescente le capacità produttive in molti paesi in via di sviluppo, investire in modo coordinato – da parte di stati, agenzie di sviluppo e organismi internazionali – nel rafforzamento delle capacità dei piccoli agricoltori appare quindi come un’urgente priorità nell’agenda politica. LInternational Food Policy Research Institute (IFPRI) sottolinea che se i paesi più poveri dell’Africa sub-sahariana non sono in grado di aumentare la produttività agricola è probabile che dovranno far fronte a importazioni alimentari sempre più costose con ricadute dirette in termini di accessibilità del cibo: si stima infatti che in tale scenario, il continente africano potrebbe registrare un incremento del 50% di bambini malnutriti entro il 2020. Infatti, le persone che sono già vulnerabili all’insicurezza alimentare sono coloro i quali tendono a essere maggiormente colpiti dagli effetti anche del cambiamento climatico. In particolar modo, i sistemi agricoli di sussistenza presentano un’elevata esposizione ai fattori esterni che li rendono altamente vulnerabili: sono proprio questi che sono maggiormente soggetti agli effetti dati dall’ aumento delle perdite nei raccolti, dall’insorgere di parassiti e malattie, dalla mancanza di sementi adeguate a fronteggiare i nuovi scenari climatici e dalla perdita di bestiame.

Disastri naturali indotti dal cambiamento climatico

Fonte: UNISDR data, 2012, http://www.unisdr.org/

Disastri naturali indotti dal cambiamento climatico

Proiezioni temperature e precipitazione su scala globale

Fonte: IPCC, Fifth Assessment Report, 2013, www.ipcc.ch

Proiezioni temperature e precipitazione su scala globale

Gli effetti del cambiamento climatico possono impattare in modo evidente sulla capacità di produzione agricola compromettendo in modo anche irreversibile la possibilità di soddisfare il dirittoal cibo per le comunità umane più vulnerabili. La loro capacità di resilienza è infatti minore e tende ad essere ancor più ridotta quale conseguenza diretta degli effetti dei cambiamenti climatici. È quindi prioritario investire nel rafforzare le capacità di resilienza, in particolar modo delle popolazioni rurali, per sostenerli nel far fronte alle crescenti minacce che i cambiamenti climatici impongono in termini di sicurezza alimentare. In questa prospettiva, politiche di adaptation e non solo di mitigazione degli effetti sono da promuovere in strategie inclusive di sviluppo locale. Ad esempio, sistemi agricoli integrati che sostengano specialmente i piccoli produttori e l’uso sostenibile delle foreste sono parte delle strategie di risposta: possono infatti contribuire all'attenuazione dei cambiamenti climatici attraverso in particolare la riduzione delle emissioni di gas serra e il miglioramento della gestione delle acque e dei suoli.

Organizzazione Mondiale dell’Agricoltura (FAO), Climate change and food security: a framework document, Roma, 2008

Rosegrant, M et al., 2020 Global food outlook: trends, alternatives, and choices, IFPRI, 2001.

Organizzazione Mondiale dell’Agricoltura (FAO), Climate change and food security: a framework document, Roma, 2008

Rosegrant, M et al., 2020 Global food outlook: trends, alternatives, and choices, IFPRI, 2001.

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