L'agricoltura di montagna nell'Unione Europea

Le aree montane in Europa occupano il 18% della superficie dell'Unione con quasi 2 milioni e mezzo di aziende agrarie, pari al 18% del totale delle aziende europee. Il peso che l’agricoltura di montagna riveste un peso differente nei singoli paesi: in alcuni ha un ruolo importante in termini di superfice coltivata, bestiame allevato, numero di occupati e ricchezza prodotta. Il progressivo abbandono della montagna e delle attività agricole praticate in montagna non pare la momento arrestarsi ed è legato a cause di natura geografica, ecologica, agronomica, socio economica e demografica, spesso interagenti tra di loro: le conseguenze per l’intera collettività sono rilevanti venendo meno i numerosi servizi di approvvigionamento, di regolazione, culturali e di supporto forniti dalla montagna. Per tentare di ovviare ai limiti strutturali dell’agricoltura di montagna l’UE eroga appositi finanziamenti alle aziende agricole di montagna e sovvenziona progetti di sviluppo. Gli scenari circa gli sviluppi e le possibili tendenze future per l’agricoltura dell’arco alpino sono differenti a seconda del paese e della regione e varieranno sensibilmente in funzione del grado di liberalizzazione del mercato e dell’entità dei contributi pubblici messi a disposizione delle aziende agricole di montagna.

Le zone di montagna (art.18 del Regolamento 1257/1999) sono caratterizzate da una notevole limitazione delle possibilità di utilizzazione delle terre e da un notevole aumento del costo del lavoro, dovuti:

  • all'esistenza di condizioni climatiche molto difficili a causa dell'altitudine (che si traducono in un periodo di crescita vegetativo delle colture nettamente abbreviato);
  • in zone di altitudine inferiore, all'esistenza nella maggior parte del territorio di forti pendenze che rendono impossibile la meccanizzazione o richiedono l'impiego di macchinari speciale assai onerosi, ovvero;
  • a una combinazione dei due fattori, quando lo svantaggio derivante da ciascuno di questi fattori presi separatamente è meno accentuato, ma la loro combinazione comporta uno svantaggio equivalente.

Quattordici stati membri dell’UE comprendono nei loro confini del territorio montano (Tabella 1). Le aree montane, così come sopra definite, occupano il 18,5% della superficie dell'Unione e, contando quasi 2 milioni e mezzo di aziende agrarie, pari al 17,8% sul totale delle aziende europee (CE, 2009).

Tabella 1 Incidenza delle di aree montane nei Paesi UE (Fonte: Farm Structure Survey, Eurostat, 2007)

Stato

Incidenza % sul totale nazionale di:

 

Aree montane

Aree montane utilizzate per l'agricoltura

Forza lavoro

Numero di aziende

Carico di bestiame

Bulgaria

38.1

7.9

25.0

28.8

21.7

Cipro

24.7

-

-

-

-

Repubblica Ceca

20.4

11.4

16.1

6.5

10.7

Germania

49.3

1.8

3.4

4.0

1.8

Grecia

40.7

37.6

38.3

34.7

46.6

Spagna

23.1

29.7

27.8

29.8

24.3

Francia

47.5

14.5

15.2

16.7

14.2

Italia

47.5

33.8

32.0

30.9

21.1

Austria

70.5

54.7

50.6

52.5

44.6

Polonia

2.0

1.7

3.3

3.4

1.3

Portogallo

43.0

28.7

51.0

51.5

19.4

Romania

29.9

19.7

18.5

17.6

19.5

Slovenia

63.2

52.9

55.4

55.9

45.0

Slovacchia

45.3

34.3

34.1

27.1

31.4

Totale EU-27

18.5

14.2

17.0

17.8

10.2

L'importanza relativa delle zone montane a livello nazionale varia da nettamente dominante (oltre il 60% della superficie totale in Slovenia e Austria), a importante (40 - 50% della superficie totale in Spagna, Italia, Slovacchia, Grecia, Bulgaria e Portogallo), a significativa (20-30% della superficie totale in Francia, Romania, Repubblica Ceca e Cipro), sino a marginale (meno del 3% della superficie totale in Germania e Polonia).

 Con 7,4 milioni di ettari la Spagna è di gran lunga lo Stato membro con il più grande area agricola di montagna , seguita da Italia (4,3 milioni di ettari), Francia (4,0 Mha ) e Romania (2,7 Mha). La metà della superficie agraria utilizzata (SAU) di Austria e Slovenia si trova in zona di montagna. In Italia il 47,5% della superficie è montana e vi ricadono il 31% del totale delle aziende agrarie nazionali.

Gli agricoltori che operano in territori di montagna si trovano a fronteggiare una serie di svantaggi specifici (Tabella 2) che determinano minore produttività della terra e, conseguentemente, minore produttività del lavoro. Inoltre, la difficoltà di accesso, il minor numero di strutture di trasformazione e le loro ridotte dimensioni portano a maggiori costi di trasporto e a minori economie di scala.

Tabella 2: Analisi SWOT dell’agricoltura di montagna (Fonte: modificato da EC, 2009)

Debolezze - Minacce

Punti di forza - Opportunità

Svantaggi naturali permanenti (pendenza, temperature basse, suolo superficiale, erodibile e poco fertile)

Paesaggi culturali ed elevato valore eco-sistemico

Costi di produzione elevati (macchinari più costosi, tempi di lavoro più lunghi)

Numero ridotto di produzioni perseguibili

Prodotti di qualità (es. prodotti caseari)

Abbandono - pressione urbana (nei fondovalle) e turismo

Pluri-attività, diversificazione aziendale (es. turismo)

Accessibilità difficile, distanza dai mercati, divario digitale

 

Ritorno dei predatori del bestiame allevato (lupo, orso)

Innovazione e potenziale cooperazione locale

Cambiamento climatico (eventi meteo estremi)

 

Ciò ha determinato un progressivo abbandono delle aree di montagna: tra il 1990 e il 2000, Slovenia, Italia e Germania hanno registrato riduzioni notevoli della percentuale di suolo utilizzato a scopo agricolo. Decrementi inferiori si sono avuti in Austria e Svizzera (AA. VV. , 2011).

Con riferimento all’arco alpino tra il 1980 e il 2000 circa 160.000 aziende agricole delle Alpi hanno cessato l’attività (-35,8%) e tra il 2000 e il 2007 il tasso di abbandono delle aziende agricole nelle regioni alpine è cresciuto di intensità rispetto al ventennio precedente (negli stati germanofoni l’abbandono è stato meno marcato). Tra il 1980 e il 2000 nell’intero arco alpino la SAU si è ridotta del 7,6% (-432.925 ha) (Ruffini et al., 2011).

Gli effetti che ne derivano sono rilevanti per l’intera collettività che beneficia, spesso inconsapevolmente, dei servizi forniti dalla montagna (approvvigionamento di acqua dolce, aria pulita, legno, alimenti, energia da fonti rinnovabili, biodiversità, regolazione del clima, contenimento dell’erosione e dei pericoli naturali, assorbimento di anidride carbonica, servivi culturali legati al tempo libero/turismo, valori estetici, tradizioni culturali e spirituali).

Accanto agli svantaggi vi sono però alcuni dati economici positivi (Tabella 2): il prezzo corrisposto al produttore è in montagna mediamente più alto rispetto a quello spuntato dalle altre aziende (ad esempio il 10% in più per il latte bovino e fino al 25% in più per la frutta), ad indicare che la montagna produce qualità apprezzata dal mercato (Santini et al., 2013) (Foto 1)

figura 1 - Coltivazione di erbe officinali in Valle Stura di Demonte (CN)

.

L'agricoltura europea nelle zone montane (statistiche FSS e FADN) ha le seguenti caratteristiche:

  • Le aziende agricole di montagna dell’UE hanno, in media, la stessa superficie (11ha) di quelle delle zone non svantaggiate;
  • Tra il 1995 e il 2007 l'evoluzione strutturale media delle aziende di montagna ha seguito gli stessi modelli di quelle delle aree non svantaggiate con un aumento della dimensione media delle aziende derivante da una riduzione del numero di aziende;
  • Il reddito lordo delle aziende di montagna è in media di 857 €/ha, significativamente più basso rispetto alle zone non svantaggiate (1370 €/ha);
  • La produttività media del lavoro è più bassa nelle zone svantaggiate di montagna (-40 % rispetto alle zone non svantaggiate);
  • Rispetto alle zone non svantaggiate, le zone montane sono caratterizzate da una elevata percentuale di prati permanenti (a motivo delle difficili condizioni dei terreni) e da una maggiore incidenza delle colture permanenti (coprono il 9% delle zone svantaggiate di montagna a fronte del 6 % delle altre aree le principali sono ulivo, alberi da frutta e frutti di bosco) rispetto alle colture annuali (seminativi);
  • Il bestiame e l'allevamento sono la principale attività agricola nelle zone di montagna. La densità del bestiame è inferiore a quella altre zone, anche se la densità del bestiame al pascolo per ettaro è rimasto stabile dal 1995. Pastorizia e transumanza sono parte integrante dell'agricoltura tradizionale nella maggior parte delle montagne europee e contribuiscono a mantenere biodiversità nonché una vasta gamma di prodotti tradizionali (formaggi , carne e salumi). I sistemi pastorali nelle zone di montagna sono spesso caratterizzati dalla stagionalità di pascolo del bestiame con bassa densità in grandi spazi aperti con vegetazione semi- naturale (Foto 2)

    figura 2 - Bovini di razza piemontese in alpeggio, Valle gesso (CN)

    .

Il fatturato agroalimentare delle zone montane vale in Europa l'11% (31,3 miliardi di euro) del totale fatturato agroalimentare dell'Unione. L'Italia è leader nel settore e produce da sola il 30% dell'agroalimentare delle zone montane di tutta l'Unione, seguita da Francia e Spagna con il 18% ciascuna. Altri produttori importanti sono la Grecia, la Germania e l'Austria, che insieme valgono circa un quinto del fatturato totale (Santini et al., 2013) (Figura 1).

In riferimento ai principali comparti nazionali, la produzione italiana in montagna di latte bovino è pari al 17,5% del totale europeo, seconda solo alla Francia (25%). L’Italia inoltre è primo per produzione di frutta, rappresentando da solo il 72% del totale della produzione montana europea (Santini et al., 2013).

Le aree montane in Europa sono un territorio in cui l'agricoltura ha un ruolo fondamentale per la corretta gestione del paesaggio, la conservazione della biodiversità, il contrasto all'abbandono e soprattutto l'economia locale. L'agricoltura in queste zone è molto spesso il fattore di innesco di processi di sviluppo più complessi, capaci di integrare altri settori economici.

 

Esplora le schede collegate. Ogni livello indica il grado di approfondimento della problematica
Livello 1 Livello 2 Livello 3 Livello 4
Difendere la produzione agricola
Altri patogeni
Insetti
Esempi di insetti sulle colture: la diabrotica e la piralide del mais
La concia del mais e le api
Patogeni fungini
Micotossine: definizione e diffusione
Micotossine: legislazione e monitoraggio
Esempi storici: la ruggine del caffé
Esempi storici: peronospora della patata e southern corn blight
Selezione di genotipi resistenti
Sistemi agricoli
sei qui  L'agricoltura di montagna nell'Unione Europea
Un sistema agricolo antico: l'agricoltura itinerante
L'evoluzione della zootecnia e i sistemi di allevamento
I sistemi colturali basati sulla coltivazione del riso
Un sistema agricolo recente: colture idroponiche in serra
Migliorare la produzione agricola
Miglioramento genetico per caratteri qualitativi
Uso della biodiversità per caratteri qualitativi
Esempi di selezione di caratteri qualitativi in cereali
Miglioramento genetico per produzione
Mais: ibridi ed eterosi
La Green revolution di Norman Borlaug
I frumenti di Nazareno Strampelli
Le tecniche più recenti: l'ingegneria genetica
Resilienza: risposta alle crisi sistemiche
La Terra: risorsa economica e identità sociale per lo sviluppo umano
Foreste e sicurezza alimentare
I prodotti forestali non legnosi
Lo stato delle foreste nel mondo
I conflitti per la terra
Le grandi acquisizioni di terra (Land Grabbing)
Monitorare le grandi acquisizioni di terra: i dati LAND MATRIX
I regimi di proprietà della terra
Le Linee Guida volontarie sula governance responsabile della terra, risorse ittiche e foreste
Il diritto alla terra delle popolazioni indigene
Land grabbing in Papua Nuova Guinea
La risorsa terra nell'Agenda Post-2015 per lo Sviluppo Sostenibile

Coltivazione di erbe officinali in Valle Stura di Demonte (CN)

Foto di Giampaolo BRUNO

Coltivazione di erbe officinali in Valle Stura di Demonte (CN)

Bovini di razza piemontese in alpeggio, Valle gesso (CN)

Foto di Giampaolo BRUNO

Bovini di razza piemontese in alpeggio, Valle gesso (CN)

Nelle zone montane e nell’arco alpino in particolare, è in atto un progressivo abbandono delle aree agricole tradizionali e degli insediamenti a esse legati a favore di opportunità lavorative più facili nei servizi o nell’industria (AA.VV., 2011).

L’UE sostiene l’agricoltura di montagna con finanziamenti appositi al fine di preservare il tessuto economico e sociale montano, sostenere l’elevato livello di beni pubblici prodotto dagli agricoltori di montagna e compensare gli svantaggi competitivi che caratterizzano l’attività agricola di questi territori.

L’intervento pubblico di sostegno della competitività delle aziende agricole montane tramite la valorizzazione del patrimonio di qualità agroalimentare e il superamento delle debolezze strutturali nel periodo 2014-2020 sarà sostenuta dalla Politica Agricola Comune (PAC), essa è suddivisa in primo pilastro (pagamenti diretti agli agricoltori, Regolamento UE n. 1307/2013, fondo di finanziamento: FEAGA) e secondo pilastro (Politiche di sviluppo rurale, Regolamento UE n. 1305/2013, fondo di finanziamento: FEASR): quest’ultimo prevede specifiche misure per l’agricoltura di montagna.

Secondo alcuni analisti si tratta di sussidi che aiutano a rallentare il processo, ma che non riescono a invertirlo (Hain, 2010). Molto dipenderà dall’evoluzione del valore reale dei prodotti agricoli nei prossimi decenni: nel caso in cui questo valore continui una progressiva riduzione, è molto probabile un’ulteriore marginalizzazione dell’economia agricola montana (fatta eccezione per le situazioni caratterizzate da una forte peculiarità produttiva).

Nell’ottica di tutelare l’agricoltura di montagna la Commissione Europea ha approvato l’Indicazione Facoltativa di qualità “prodotto di montagna” (Regolamento Delegato n. 665/2014). Per essere considerato tale l’alimento deve essere ottenuto nelle zone di montagna rispettando condizioni di provenienza dell’animale, origine degli alimenti per il bestiame, luogo di coltivazione dei prodotti di origine vegetale e luogo di trasformazione.

AA. VV., 2011 Terza relazione sullo stato delle alpi. Sviluppo rurale sostenibile e innovazione. Segretariato permanente della Convenzione delle Alpi

CE, 2009. Peak Performance - New insight into Mountain Farming in the European Union, Commission staff working document. Bruxelles, European Commission.

Farm Structure Survey (Eurostat)

Farm Accountancy Data Network (FADN) 

Hain B., 2010. Documentare le trasformazioni dell’Habitat alpino. Sistema di indicatori e progetto di una relazione sullo stato delle Alpi. Rapporto conclusivo del gruppo di lavoro “Obiettivi Ambientali e Indicatori” della convenzione delle Alpi (3° mandato).

Regolamento delegato (UE) n. 665/2014 della Commissione dell'11 marzo 2014 che completa il regolamento (UE) n. 1151/2012 del Parlamento europeo e del Consiglio per quanto riguarda le condizioni d'uso dell'indicazione facoltativa di qualità «prodotto di montagna»

Regolamento (Ce) N. 1257/1999 del Consiglio del 17 maggio 1999 sul sostegno allo sviluppo rurale da parte del Fondo europeo agricolo di orientamento e di garanzia (FEAOG) e che modifica ed abroga taluni regolamenti (GU L 160 del 26.6.1999, pag. 80)

Ruffini F, Streifeneder T.,Hoffmann C., Stiefenhofer A., 2011 L’agricoltura nell’arco alpino - Sviluppi e possibili tendenze future. In: alpine space - man & environment, vol. 12: Le Alpi che cambiano tra rischi e opportunità. Innsbruck university press, ISBN 978-3-902811-09-7

Santini F., Guri F., Gomez y Paloma S., 2013. Study on the labeling of agricultural and food products of mountain farming. Directorate General for Agriculture and Rural Development.

 

 

Schede di approfondimento

Livello 1 Livello 2 Livello 3 Livello 4
Difendere la produzione agricola
Altri patogeni
Insetti
Esempi di insetti sulle colture: la diabrotica e la piralide del mais
La concia del mais e le api
Patogeni fungini
Micotossine: definizione e diffusione
Micotossine: legislazione e monitoraggio
Esempi storici: la ruggine del caffé
Esempi storici: peronospora della patata e southern corn blight
Selezione di genotipi resistenti
Sistemi agricoli
sei qui  L'agricoltura di montagna nell'Unione Europea
Un sistema agricolo antico: l'agricoltura itinerante
L'evoluzione della zootecnia e i sistemi di allevamento
I sistemi colturali basati sulla coltivazione del riso
Un sistema agricolo recente: colture idroponiche in serra
Migliorare la produzione agricola
Miglioramento genetico per caratteri qualitativi
Uso della biodiversità per caratteri qualitativi
Esempi di selezione di caratteri qualitativi in cereali
Miglioramento genetico per produzione
Mais: ibridi ed eterosi
La Green revolution di Norman Borlaug
I frumenti di Nazareno Strampelli
Le tecniche più recenti: l'ingegneria genetica
Resilienza: risposta alle crisi sistemiche
La Terra: risorsa economica e identità sociale per lo sviluppo umano
Foreste e sicurezza alimentare
I prodotti forestali non legnosi
Lo stato delle foreste nel mondo
I conflitti per la terra
Le grandi acquisizioni di terra (Land Grabbing)
Monitorare le grandi acquisizioni di terra: i dati LAND MATRIX
I regimi di proprietà della terra
Le Linee Guida volontarie sula governance responsabile della terra, risorse ittiche e foreste
Il diritto alla terra delle popolazioni indigene
Land grabbing in Papua Nuova Guinea
La risorsa terra nell'Agenda Post-2015 per lo Sviluppo Sostenibile