Le grandi acquisizioni di terra (Land Grabbing)

A seguito della crisi dei prezzi dei beni agricoli del 2008, gli investimenti finalizzati all’acquisizione transnazionale di grandi estensioni di terra produttiva hanno conosciuto un nuovo slancio. Tale fenomeno ha raggiunto livelli mai toccati prima in termini di capitale investito ed estensione delle aree incluse nelle trattative, profiladosi come un nuovo “accaparramento di terre” (land grabbing), a danno, in particolar modo, di paesi a basso reddito con importanti dotazioni di risorsa terra. È l’Africa sub-sahariana ad essere particolarmente colpita da questo fenomeno. Le grandi acquisizioni di terra, sebbene potenzialmente utili in termini di sviluppo locale, si sono concretizzate spesso in violazione di diritti umani e costituiscono un ostacolo prioritario al soddisfacimento del diritto al cibo di molte popolazioni locali, soprattutto per i poveri delle aree rurali esse costituiscono un ostacolo insormontabile per l’accesso alla principale risorsa – la terra – su cui basano il proprio sostentamento.

Il 2008 rappresenta un momento critico per capire le crescenti dinamiche di grandi acquisizioni di risorsa terra sia – e soprattutto – a livello transnazionale che nazionale. In quell’anno infatti, la crisi dei prezzi alimentari ha raggiunto il suo apice e ha portato con nuovo slancio all’attenzione della comunità internazionale la questione della sicurezza alimentare mondiale, in relazione anche all’accesso alla terra e alle risorse naturali su cui la produzione alimentare si basa. Nello stesso periodo, paesi fortemente esposti alle dinamiche dei prezzi dei mercati agricoli e alla loro volatilità, ovvero quelli che basano gran parte del soddisfacimento della propria domanda interna di prodotti agricoli attraverso l’importazione di questi beni da altri paesi, hanno progressivamente orientato crescenti investimenti di capitale nell’acquisire terre produttive in altri paesi. La giustificazione più frequentemente riportata è stata proprio la necessità di tutelarsi attraverso l’acquisizione di terre coltivabili il cui utilizzo possa ridurre la vulnerabilità nei confronti delle dinamiche dei mercati internazionali dei beni agricoli. Questo anche in un’ottica di sicurezza alimentare interna.

Infatti, questo fenomeno ha inizialmente coinvolto paesi molto ricchi di capitali, ma caratterizzati da una strutturale mancanza di acqua che impedisce lo sviluppo di un settore agricolo adeguato alle necessità nazionali. Data la scarsa produzione nazionale di beni agricoli (sia per uso alimentare che non-alimentare) che caratterizza questi paesi, ad esempio quelli della penisola arabica, la domanda interna è quasi interamente coperta attraverso l’importazione di beni agricoli esteri. Questo si traduce chiaramente nell’essere altamente esposti a cosa succede a livello internazionale ai prezzi di quei beni agricoli nei mercati. Trai i primi attori a orientarsi verso l’acquisizione di grandi porzioni di terra in altri paesi, ricordiamo la Corea del Sud, la Libia, l’Arabia Saudita, il Qatar e Abu Dubai che hanno infatti messo presto in opera strategie aggressive di acquisizione di terre offshore in paesi quali Sudan, Etiopia, Kenya, Madagascar, Mozambico, Mali e Repubblica Democratica del Congo. Ben presto questa dinamica ha coinvolto un insieme numeroso e variegato di paesi tra “vecchi” e “nuovi” attori della geopolitica mondiale, ma tutti concordi nel ritenere la sicurezza alimentare nazionale una degli elementi cardine a giustifica degli investimenti nella risora terra.

Un primo elemento di riflessione è costitutito dal fatto che, in larga misura, i paesi che maggiormente sono soggetti all’acquisizione di diritti di sfruttamento e/o di proprietà di proprie terre da parte di investitori stranieri, si confrontano quotidianamente con una cronica incapacità di far fronte alla domanda di cibo interna, ovvero non sono in grado di soddisfare i propri bisogni di sicurezza alimentare. In altre parole, in tali contesti la necessità di eliminare la fame nel proprio territorio nazionale si scontra con la contemporanea perdita di accesso e controllo su terre produttive e su altre risorse naturali ad esse collegate, in particolar modo l’acqua, fondamentali per la produzione agricola. Soprattutto le popolazioni rurali dei paesi poveri basano la propria sussistenza sui prodotti agricoli che sono in grado di produrre e commerciare localmente: le grandi acquisizioni di terre possono sovrapporsi e rendere altamente problematico l’accesso al cibo. Allo stesso tempo, è anche vero che le grandi acquisizioni di terra hanno il potenziale di apportare ingenti investimenti e tecnologie in agricoltura che potrebbero potenziare la produzione agricola dei paesi riceventi. Considerando l’attuale stringente necessità di apportare investimenti al settore agricolo e l’incapacità di molti Stati poveri di farlo per carenza di capitali, le grandi acquisizioni di terra potrebbero costituire una importante opportunità di sviluppo. Possibili benefici per le popolazioni rurali possono essere infatti la creazione di un numero significativo di posti di lavoro (sia nel settore agricolo che in quelli ad esso collegati), lo sviluppo di infrastrutture locali, l’introduzione di nuove tecnologie con possibili effetti di spill-over, il sostegno di drivers di sviluppo quali la costruzione di scuole e centri sanitari e l’aumento della produzione agricola nazionale.

Quindi le grandi acquisizioni di terra sono un beneficio o una condanna per i paesi poveri?

La molteplicità delle tipologie di acquisto e/o licenze di sfruttamento e la complessità degli attori coinvolti – nazionali e internazionali, pubblici o privati quali multinazionali – rendono difficile formulare una risposta univoca. Quello che è certo è che le grandi acquisizioni di terra possono essere considerate un elemento positivo di sviluppo se e solo se la natura e le modalità che le deteriminano sono tali da minimizzare le minacce alle comunità locali e, al contempo, facilitare le opportunità per tutte le parti coinvolte, in una prospettiva che non nasconda gli elementi di giustizia sociale che l’uso della risorsa terra porta con sè.

A causa della mancanza di dati certi e della segretezza degli accordi di acquisizione il monitoraggio di questa nuova “corsa alla terra” risulta diffcile: in linea generale, è possibile sostenere che la pressione commerciale sui terreni è notevolmente aumentata negli ultimi anni raggiungendo livelli sconosciuti prima e che la tutela dei diritti delle comunità locali è stata ampiamente calpestata a favore di logiche di puro profitto. Ecco quindi che il bilancio provvisorio sul fenomeno non può essere positivo, bensì caratterizzato da elementi propri “dell’accaparramento di terre” (in inglese, land grabbing) che contribuisce fortemente a creare nuove tensioni sulla proprietà e i diritti di accesso alla terra così come sui sistemi di produzione alimentare locale, frutto di una disuguaglianza crescente di potere economico e politico fra individui, governi e aziende in competizione per la terra.

Il crescente interesse a orientare investimenti nella risorsa terra (ma anche acqua e altre risorse naturali) è trainato dall’aumento della domanda globale di cibo, di biocarburanti, di legname, di minerali, di energia, e di turismo, in un contesto di crescente liberalizzazione degli scambi, sono fattori sinergirci che stanno causando un aumento rapido della domanda di terra. Tutto ciò produce pressioni senza precedenti sulle risorse di un territorio, e i più poveri e vulnerabili – che basano la propria sussistenza proprio sui prodotti della terra – sono i principali soggetti colpiti.

L’International Land Coalition (ILC) stima che tra il 2000 e il 2010, gli investitori stranieri hanno negoziato per affittare o acquistare in altri paesi almeno 203 milioni di ettari di terreno, cioè una superficie otto volte più grande del Regno Unito. L’Africa è il continente maggiormente interessato da tali trattative. Certamente, non tutte le trattative vanno a buon fine, ma almeno 71 milioni di ettari di terra sono stati geo-referenziati e confermati come inclusi in accordi.

Nonostante la forte copertura mediatica che soprattutto le trattative di natura transnazionale e finalizzate alla produzione di prodotti alimentari e biocarburanti hanno ricevuto, è necessario ricordare che sebbene questi settori appiano come i principali, gli attuali investimenti in terra sono ampiamente orientati anche allo sfruttamento minerario, del legname, a progetti di “cattura e sequestro del carbonio”(in inglese, CCS), del turismo. Un altro aspetto poco noto da evidenziare è che la nuova corsa alla terra è caratterizzata da una gamma diversificata di attori, oltre che di drivers economici. La maggior parte delle acquisizioni di terra non sono fatte da economie emergenti per questioni di sicurezza alimentare nazionale, ma da aziende occidentali motivate da ragioni di profitto. Inoltre, anche se le grandi acquisizioni transnazionali di terreni sono quelle più visibili, gli effetti cumulativi di diversi 'land grab' di piccola e media entità perpetuati da élite nazionali sono in molti casi una rilevante fonte di pressione commerciale sulla terra nei paesi ospitanti. 

figura 1 - Mappa globale dei paesi riceventi LSLA (accordi conclusi)

In particolar modo quelle terre che, soggette a usi consuetudinari, spesso sfuggono a qualsiasi definizione di proprietà e di regolazione di accesso sono classificate come “terre di stato”e in virtù della mancanza della loro tutela, sono facilmente oggetto di investimenti stranieri. Un esempio sono i pascoli comuni e le terre di transumanza. Quando la loro destinazione d’uso viene completamente modificata, gli effetti sulle popolazioni locali, che sul loro sfruttamento basavano le proprie attività economiche, ma anche relazioni sociali e identitarie, hanno portata dirompente.  

 

 

Esplora le schede collegate. Ogni livello indica il grado di approfondimento della problematica
Livello 1 Livello 2 Livello 3 Livello 4
Difendere la produzione agricola
Altri patogeni
Insetti
Esempi di insetti sulle colture: la diabrotica e la piralide del mais
La concia del mais e le api
Patogeni fungini
Micotossine: definizione e diffusione
Micotossine: legislazione e monitoraggio
Esempi storici: la ruggine del caffé
Esempi storici: peronospora della patata e southern corn blight
Selezione di genotipi resistenti
Sistemi agricoli
L'agricoltura di montagna nell'Unione Europea
Un sistema agricolo antico: l'agricoltura itinerante
L'evoluzione della zootecnia e i sistemi di allevamento
I sistemi colturali basati sulla coltivazione del riso
Un sistema agricolo recente: colture idroponiche in serra
Migliorare la produzione agricola
Miglioramento genetico per caratteri qualitativi
Uso della biodiversità per caratteri qualitativi
Esempi di selezione di caratteri qualitativi in cereali
Miglioramento genetico per produzione
Mais: ibridi ed eterosi
La Green revolution di Norman Borlaug
I frumenti di Nazareno Strampelli
Le tecniche più recenti: l'ingegneria genetica
Resilienza: risposta alle crisi sistemiche
La Terra: risorsa economica e identità sociale per lo sviluppo umano
Foreste e sicurezza alimentare
I prodotti forestali non legnosi
Lo stato delle foreste nel mondo
I conflitti per la terra
sei qui  Le grandi acquisizioni di terra (Land Grabbing)
Monitorare le grandi acquisizioni di terra: i dati LAND MATRIX
I regimi di proprietà della terra
Le Linee Guida volontarie sula governance responsabile della terra, risorse ittiche e foreste
Il diritto alla terra delle popolazioni indigene
Land grabbing in Papua Nuova Guinea
La risorsa terra nell'Agenda Post-2015 per lo Sviluppo Sostenibile

Mappa globale dei paesi riceventi LSLA (accordi conclusi)

Fonte: Land Matrix (2015), dati accessibili all'indirizzo: http://landmatrix.org/en/get-the-idea/global-map-investments/

 

Mappa globale dei paesi riceventi LSLA (accordi conclusi)

Abbiamo visto come le grandi acquisizioni di terra possono facilmente trasformarsi in un accaparramento di risorse (land grabbing) a danno dei più vulnerabili. Data la crescente dimensione del fenomeno, è importante oggi capire come è possibile prevenire il land grabbing e come, invece, poter attivare forme di investimento nella risorsa terra che portino effettivi benefici alle comunità locali. Questo può avvenire a fronte di una più ampia riflessione che coprenda il funzionamento delle società rurali, la buona gestione delle risorse così come il valore degli ecosistemi e delle produzioni locali (siano esse realizzate da piccoli agricoltori, popolazioni indigene, pescatori, pastori) in una prospettiva di sicurezza alimentare. La tutela dei diritti dei più vulnerabili è elmento portante per ridurre al minimo gli effetti negativi delle grandi acquisizioni e risulta altresì prioritario orientare le politiche di investimento ponendo al centro il rapporto stesso tra terra e società, non solo in merito al controllo della produzione e del consumo di cibo, ma alle relazioni socio-economiche che ampiamente derivano da come l’accesso alla terra è distribuito.

Banca Mondiale/FAO/IFAD/UNCTAD “Principles for Responsible Agricultural Investment that Respect Rights, Livelihoods and Resources (PRAI)”, 2010.

Beretta S. e Balestri S. (2015), Contro la Fame: diritto al cibo, accesso alla terra, ed. EMI

International Land Coalition, Land Rights and the Rush for Land: Findings of the Global Commercial Pressures on Land Research Project, Roma, 2011.

Banca Mondiale/FAO/IFAD/UNCTAD “Principles for Responsible Agricultural Investment that Respect Rights, Livelihoods and Resources (PRAI)”, 2010.

Beretta S. e Balestri S. (2015), Contro la Fame: diritto al cibo, accesso alla terra, ed. EMI

International Land Coalition, Land Rights and the Rush for Land: Findings of the Global Commercial Pressures on Land Research Project, Roma, 2011.

Schede di approfondimento

Livello 1 Livello 2 Livello 3 Livello 4
Difendere la produzione agricola
Altri patogeni
Insetti
Esempi di insetti sulle colture: la diabrotica e la piralide del mais
La concia del mais e le api
Patogeni fungini
Micotossine: definizione e diffusione
Micotossine: legislazione e monitoraggio
Esempi storici: la ruggine del caffé
Esempi storici: peronospora della patata e southern corn blight
Selezione di genotipi resistenti
Sistemi agricoli
L'agricoltura di montagna nell'Unione Europea
Un sistema agricolo antico: l'agricoltura itinerante
L'evoluzione della zootecnia e i sistemi di allevamento
I sistemi colturali basati sulla coltivazione del riso
Un sistema agricolo recente: colture idroponiche in serra
Migliorare la produzione agricola
Miglioramento genetico per caratteri qualitativi
Uso della biodiversità per caratteri qualitativi
Esempi di selezione di caratteri qualitativi in cereali
Miglioramento genetico per produzione
Mais: ibridi ed eterosi
La Green revolution di Norman Borlaug
I frumenti di Nazareno Strampelli
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